Nato a Leningrado, Odessa, Minsk... Contadino, ingegnere, falegname, senza occupazione definita... 40 anni, 72 anni, 19 anni... Persone, luoghi di nascita, professioni e famiglie diverse.
Simili sono solo gli anni della loro morte, nella maggior parte dei casi – fucilati nel 1937 e nel 1938. Destini calpestati dal moloch spietato di uno Stato totalitario. Uno Stato che non solo nasconde i suoi crimini, ma distrugge metodicamente la memoria delle sue vittime.
Dal momento del divieto di Memorial in Russia, "Restituzione dei nomi" ("Vozvraščenie imën") è diventata un'azione orizzontale internazionale, con una portata senza precedenti. Finché i nomi vengono letti, lo Stato di Cronos non ha vinto definitivamente.
Per il terzo anno consecutivo, gli attivisti russi a Torino si riuniscono alla fine di ottobre per prendere parte alla "Restituzione dei nomi", evento di Memorial. I nomi vengono letti in russo e in italiano. Talvolta tra di essi si trovano storie familiari. Valentina ha citato le date di nascita, morte e la sentenza del suo bisnonno. Un'altra partecipante ha letto i nomi dei bisnonni della sua amica, che per ora non possono essere letti a Mosca.
Assieme ai nomi e alle date, sono stati letti i messaggi degli odierni prigionieri politici, cittadini russi contrari alla guerra, che ricordano la tradizione di questo giorno e vi si sono uniti in questo modo.
Ljudmila Razumova ha nominato lo scrittore prigioniero politico per lei più importante – Varlaam Šalamov. Di Andrej Trofimov è stata letta una testimonianza personale sull'inaugurazione della Pietra di Solovki a Mosca – è proprio lì che, dal 1990, si è iniziato a leggere le liste dei repressi. Sono state declamate poesie di Daniil Krinari, in memoria del suo bisnonno polacco represso.
Continueremo a mantenere i contatti con le persone per le quali i principi e le convinzioni si sono rivelati più importanti della libertà e della sicurezza personali. E ogni anno, alla fine di ottobre, continueremo a riunirci per la lettura dei nomi – per restituirli alla storia – nella speranza che l'azione di Memorial un giorno ritorni alla Pietra di Solovki, e che il concetto di prigioniero politico diventi un oggetto di studio, e non una realtà attuale.
🤝 Grazie all'Associazione Radicale Adelaide Aglietta per il supporto costante.
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Riprese di Ekaterina Tarasenko
Scatti di Ekaterina Tarasenko, E.A. e Tatiana Litvinova
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